MacelleGria: il fornello pugliese di Donatella Bova nel quartiere di Fuorigrotta

La carne si compra, si fa cucinare e si mangia: il “fornello pronto pugliese” della MacelleGria, portato a Napoli nel quartiere Fuorigrotta dall’imprenditrice Donatella Bova, ha festeggiato cinque anni di attività

a cura di Francesca Ferrara @netnewsmaker © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

NAPOLI – MacelleGria, di Donatella Bovaè la prima macelleria/braceria aperta in città, tanto amata anche dai calciatori del Napoli. Hamsik qui è di casa e molti atleti azzurri con le loro famiglie cenano o pranzano nel locale di Via Formisano.

Imprenditoria femminile

Un progetto tutto al femminile realizzato come una steak house alla portata di tutti e soprattutto delle persone celiache, che hanno una brace e una friggitrice dedicate solo a loro.

Il concept

L’idea era di rendere accessibili le braciate notturne, facendo la scelta dei pezzi preferiti al banco carni, prendendo posto in sala per cenare in compagnia con la brace accesa fino a tardi.

Donatella Bova, ex calciatrice, ha lanciato un nuovo, interessante trend: la macelleria di giorno, il ristorante/braceria di sera.  “Il mio sogno era quello di creare un locale di chiara ispirazione pugliese – spiega Bova – che riprendesse il cosiddetto arrusti e mangi, dell’antico fornello pronto di Martina Francale, ovvero le braci allestite in strada. Così, nel mio ristorante oltre ad acquistare carni e salumi di prima scelta per casa propria, si può prendere la carne e immediatamente consumarla sul posto, cotta a puntino sulla brace”.

Il menù

Nel menù del “tasty party”, la festa appetitosa: all’arrivo in MacelleGria il sacchetto del contadino con frittatine di pasta e patate e pane caldo con cicoli, formaggio e pepe nero, battute di carne al coltello “mediterranee” di podolica, le “bombette” pugliesi, siciliane e anche nella versione campana con i friarielli, la “appanata”, la cotoletta palermitana cotta sulla brace, caratteristica per la panatura senza uova, con pecorino, pepe e aromi, i classici spiedini, quelli impanati alla trapanese e poi una specialità catanese, la cipollata: cipollotto e caciocavallo, avvolti in carne di maiale, gli hamburger regionali a punta di coltello anche per celiaci, come quello “borbonico” con pesto, stracciata di mozzarella e pomodorini.

Non in ultimo, la “Signora” fiorentina accompagnata da cappuccia saltata condita con aglio e olio. Un’altra specialità: il soffritto rivisitato, senza interiora e preparato con carne di maiale allevato all’aperto in Umbria.

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