FLORIANA COPPOLA: “La scrittura vive della memoria di ciò che siamo stati e di ciò che vogliamo essere, un tesoro di immagini custodite, cifrate e codificate” [intervista]

Febbraio è stato il mese dedicato ai versi della poetessa Floriana Coppola con la quale approfondiamo i temi sulla sua poesia e sui movimenti culturali poetici contemporanei

a cura di Francesca Ferrara @netnewsmaker  © RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando, Dove e Come nasce l’incontro tra Floriana Coppola e la Poesia?

Non mi ricordo quando ho iniziato a scrivere in versi. Forse ho iniziato con qualche strofa sul diario delle medie, poi da adolescente ho scelto la pagina poetica come uno spazio segreto, intimo e personale,  dove appuntare immagini, sensazioni, sentimenti e impastarli con i suoni delle parole che mi hanno sempre affascinato. Proprio questa sinergia tra suono, significato e immagine mi ha fatto scegliere la poesia  e in seguito la poesia visiva, come stanza principale del laboratorio della scrittura. In fin dei conti si tratta sempre di un esperimento che continua a intrigarmi e che ogni volta mi conduce verso esiti inaspettati. Scrivo e compongo tavole di poesia verbovisuale con carta, giornali, altri materiali di risulta e china.  Non mi definisco in modo esatto dentro una sola classificazione , perché la vivrei come un limite, ma preferisco sentirmi al confine di molte aree espressive e artistiche.

Quando ha capito di avere qualcosa da raccontare e decantare in versi?

Da adolescente ho sentito  presto il bisogno di dare voce alla mia rabbia, rabbia di  frustrazione e  di indignazione civile e politica contro  le ingiustizie e le violenze presenti nella nostra cosiddetta “civiltà”,    verso le categorie sociali più fragili,  contro i maltrattamenti intrafamiliari e ogni forma di sopraffazione. Dare voce alla sofferenza che sentivo intorno e al disagio così evidente in una città piena di contraddizioni e di sperequazioni sociali. Inoltre ho vissuto la poesia come strumento taumaturgico, una strategia resiliente per diventare “persona”, un sentiero esistenziale per imparare ad accettare le ombre più nascoste dell’essere umano. Ciò che viene detto in versi, viene anche metabolizzato e digerito. Emerge dal pozzo/fondo più segreto. Dal dolore alla meraviglia, dalla malinconia al senso di appartenenza, dalla tristezza alla gioia, dallo smarrimento esistenziale al coraggio epico di far fronte alle difficoltà, agli ostacoli che la vita ci presenta. Con il passare degli anni, divento sempre più esigente nel cercare il modo per esprimere in versi un’emozione, un ricordo. Il verso diventa un’operazione che ha perso per me quella spontaneità dei tempi dell’adolescenza e diventa oggetto di una ricerca semantica e fonica, musicale, che si affina giorno per giorno. Da una prima stesura spontanea e improvvisa, quasi una scrittura automatica, passo ad una lettura più attenta, a voce alta, che porta a togliere e a tagliare. Come uno scultore che lavora il marmo per sottrazione e per levigazione della materia, così procedo con il verso. Le parole sono in un certo senso una materia che va plasmata, trasformata per aderire il più possibile ad una percezione che fa da motore al verso e l’idea sottostante spesso concentra in se stessa più nature: filosofica, esistenziale, espressiva. Si tratta di un processo che posso anche definire “artigianale”. La revisione del testo, la sua attenta rilettura, diventano operazioni irrinunciabili per costruire un verso convincente e maturo, che non rimane acerbo oppure retorico e quindi già sentito, finto. Per lavorare sulla poesia non bisogna accontentarsi in modo ingenuo e superficiale  dei primi esiti che si fermano sulla pagina. Bisogna poi leggere e rileggere moltissima poesia. Come quando si fa musica.

I poeti più amati e i poeti più ‘odiati’, Perchè?

Non ho poeti preferiti oppure odiati, perchè ogni poeta mi sfida e mi incuriosisce. Sicuramente Yeats, Keats,  Lorca, Rilke, Eliot, Celan, Neruda, Pavese, Campana, Hikmet, Saramago,  Hafez, Carver, Bukowski , Bachmann, Merini, Valduga, Gualtieri, Cavalli, Sachs, Szymborska, Saxton, Haddad mi hanno subito affascinato. Credo che ogni autrice abbia nel tempo individuato una sua genitorialità letteraria, fondamentale per crescere. Scritture che sollecitano la sperimentazione. Inoltre non bisogna dimenticare la comunità contemporanea di poeti e di poetesse, che si allarga anno per anno, un laboratorio permanente di lettura, una fucina incancellabile di confronto e di condivisione.  Non può esistere il mito del poeta/vate, veggente e solitario, solipsistico e auto centrato , perché  ogni artista  si contamina di continuo attraverso gli  apporti impliciti ed espliciti dei suoi “compagni di viaggio”.

Quali sono i luoghi, i personaggi, i momenti che ispirano di più la sua poetica?

“Il mito è il DNA culturale dei popoli.”  Il mito, struttura millenaria complessa,  composto da elementi di letteratura, storia, psicologia, iconografia, antropologia e poesia. E’ il mito antico e poi moderno/contemporaneo la mia fonte di ispirazione primaria. La mia esplorazione poetica parte dalle immagini mitologiche , dalle storie degli dei, degli uomini e delle donne. Sono attratta dal significato antico della tragedia che investe popoli e persone. Mi prende il mistero che lega drammaticamente personaggi mai tramontati, che ancora abitano il nostro inconscio, i nostri sogni, i nostri incubi. Racconti che vengono ripresi nelle poesie, cercando ogni volta una verità che calmi il caos interno che agita ogni persona.  È un vero e proprio viaggio nel passato, nel profondo dell’anima, nella passione più arcaica. Mi sento una donna mediterranea, impregnata degli odori e dei profumi del Sud e cerco di dare voce all’angoscia dell’ignoto, alla mancanza dell’amore, alle sconsolate solitudini metropolitane. La scrittura vive della memoria di ciò che siamo stati e di ciò che vogliamo essere, un tesoro di immagini custodite, cifrate e codificate. Anche il disagio esistenziale dell’uomo moderno ha un suo habitat epico: il dramma dell’ incomunicabilità, la sofferenza dell’esistenza anonima, lo sforzo di andare avanti senza più ideali e utopie. Ogni microcosmo ha la sua forma epica. Ogni dettaglio è epifania di un altrove che si vuole svelare. La poesia è parola abitata da questa forza tragica,  senza più olimpi e templi.

Quale emozione ad esser considerata tra le poetesse napoletane emergenti ma al contempo più note, più conosciute e famose?

Ho iniziato più di dieci anni fa a pubblicare prima in diverse antologie e poi  sillogi personali. Continuo giorno per giorno a scrivere, leggere e correggere racconti, romanzi e poesie, progetti che a volte prendono vita e altre volte rimangono in sospeso. Seguo un’urgenza che si impone nella scrittura, con l’ineluttabilità del respiro. Non ho consapevolezza di una fama, di una mia notorietà, ma sono sicuramente gratificata dal riconoscimento che piano piano  sta arrivando da parte della comunità degli autori , poeti e scrittori. Anche solo un lettore che legge ciò che scrivo e che si emoziona e si scopre nei miei testi è un incoraggiamento per continuare in questa direzione.

Esiste una pubblicazione (volume) o poesia alla quale è maggiormente affezionata e perchè?

Ogni libro rappresenta un periodo, un passaggio di transizione e quindi per questo rimango affezionata nella stessa misura a ogni testo. C’è però uno scarto formale che registro,  perché i primi testi li sento più ingenui e immaturi, mentre le ultime raccolte poetiche vengono vissute come segni di maggiore aderenza a ciò che sono adesso. Sia MANCINA NELLO SGUARDO sia FEMMINILE SINGOLARE sono lavori a cui tengo molto, proprio per la sintonia psicologica e esistenziale che tracciano.

Cosa vorrebbe raccontare in versi nel futuro che ancora non ha fatto?

Sono poche le poesie d’amore che ho reso pubbliche e vorrei raccontare in versi le varie sfumature di un sentimento che credo sia il motore principale della costruzione della persona. Un’operazione difficile perché si rischia di cadere in stereotipie retoriche e in cliché banali. Una bella sfida che voglio affrontare.

La poesia nel 2017 quale spazio occupa nel mondo editoriale e letterario? E che rapporto ha con i suoi lettori?

Devo dire che il mondo della poesia risente di una grossa dicotomia: da una parte un orientamento editoriale  mortifero, poche case editrici che con coraggio rischiano di pubblicare testi poetici, spesso  si sentono richieste di pagamento anticipato per la copertura tipografica, collane poetiche cancellate, mercato fermo e zero investimenti in autori emergenti dai grandi editori. Dall’altra una vita reale letteraria di una vivacità sconvolgente. Solo nel web possiamo contare migliaia di siti e di pagine legate alla poesia. Certo possiamo denunciare a volte  bassa qualità ed esiti scadenti, ma moltissime persone si cimentano nella scrittura lirica e postano ogni giorno poesie di autori illustri. Inoltre devo dire che anche solo nella città di Napoli, molte sono le associazioni che si spendono per mantenere vivo l’interesse verso autori moderni e contemporanei, classici ed emergenti. Solo a Napoli posso nominare autori e autrici come Wanda Marasco, Angela Schiavone, Ester Basile, Chiara Tortorelli, Mimmo Grasso, Francesco Escalona, Franco Arminio, Raffaele Rizzo, Pino de Stasio, Ilia Tufano, Costanzo Ioni, Marco de Gemmis, Ferdinando Tricarico, Ketti Martino, Eugenio Lucrezi, Enrico Fagnano, Bruno Galluccio, Giuseppe Vetromile, Claudio Finelli, Aldo Putignano, Raffaele Messina, Viola Amarelli e altri ancora, che anno dopo anno si adoperano per promuovere eventi e reading , invitando anche poeti e poetesse di fama nazionale. Per non parlare delle associazioni culturali che coraggiosamente si organizzano senza grandi contributi istituzionali.

Sono a conoscenza che anche in altre città si può constatare la stessa situazione. Personalmente collaboro assiduamente a tre associazioni culturali.

La prima associazione Logopea (https://logopea.wordpress.com/) promossa da Armando Saveriano, con l’aiuto assiduo di Davide Cuorvo e Federico Preziosi, raccoglie in due gruppi virtuali Verispelle e Poienauti autori e autrici da tutta Italia, sollecitando una sperimentazione lirica di alto profilo. La seconda è più propriamente un movimento fortemente voluto da Lory Nugnes e Sandra Cervone , I Poeti Viandanti, (https://it-it.facebook.com/Poeti-Viandanti) che consta  più di diecimila adesioni. La terza associazione più giovane, Epochè, (https://www.facebook.com/Epoch%C3%A9-club-art-Napoli) organizzata da Matilde Cesaro e Pierfilippo Agosti, sta gradualmente prendendo piede in ambito metropolitano. Ho voluto riportare tali segnali perché sono convinta che la poesia non è assolutamente morta. Sarebbe un paradosso considerarla deceduta solo perché il mercato editoriale  investe poco in questo genere.

Quali progetti nel cassetto per il futuro?

Continuare a scrivere, con grande passione e molta ironia. Non prendermi mai sul serio, pur impegnandomi al massimo. Ottimo slogan per tenere i piedi a terra e la testa tra le nuvole. A parte gli scherzi, sto completando altri due libri di poesia e un romanzo che mi sta dando filo da torcere. Più un altro sogno nel cassetto: scrivere per il teatro e per questo sto seguendo un corso di drammaturgia sotto la guida fantastica e carismatica di Lucia Stefanelli, dopo aver seguito qualche anno fa vari seminari tenuti magistralmente da Francesco Randazzo.

Nota Bio

FLORIANA COPPOLA Nasce a Napoli il 30 aprile 1961. Vive  a Napoli e insegna lettere in un liceo artistico. Specializzata in Analisi Transazionale, perfezionata in Didattica e Cultura di genere e in Scrittura autobiografica, socia  della S. I. L.  e del P.E.N.Club.  Ha pubblicato i romanzi Vico Ultimo della Sorgente ed. Homo Scrivens , e Donna Creola e gli angeli del cortile, ed. La Vita Felice,  le sillogi poetiche Il trono dei Mirti, Melagrana Onlus;  Sono nata donna, Photocity, Mancina nello sguardo ed. La Vita Felice. Ha curato le antologie poetiche:  Alchimie e linguaggi di donne Photocity;  con Ketti Martino La poesia è una città Photocity;  con Anna Laura Bobbi   MiticaFutura, itinierari nel mito di ieri e di oggi ed. Dalia; con Lory Nugnes  le due antologie del movimento dei Poeti Viandanti  Contatti di/versi” e Oltre la coltre del silenzio Ed. Decomporre. Ha pubblicato nel 2016 l’antologia di racconti e poesie  Femminile singolare ed. Homo Scrivens.

 

Leggi anche:

4) http://www.magnart.it/magnartpoetry-8-con-i-versi-di-floriana-coppola-tratti-da-femminile-singolare-2/

3) http://www.magnart.it/magnartpoetry-7-con-i-versi-di-floriana-coppola-tratti-da-femminile-singolare/

2) http://www.magnart.it/magnartpoetry-5-con-i-versi-di-floriana-coppola-tratti-da-mancina-nello-sguardo/

1) http://www.magnart.it/magnartpoetry-con-i-versi-di-floriana-coppola-tratti-da-mancina-nello-sguardo/

© RIPRODUZIONE RISERVATA