ARIANNA SACERDOTI: “È la vita stessa a portare poesia” [intervista]

Magnart incontra Arianna Sacerdoti, autrice protagonista del mese di Agosto

a cura di Francesca Ferrara @netnewsmaker © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

L’incontro con la poesia, Quali sono i luoghi o gli oggetti o le tue muse ispiratrici?

«Ci sono luoghi e oggetti maggiormente incisivi (la natura, ad esempio), ma scrivo con un taccuino là dove capita: è la vita stessa a portare poesia senza particolari distinguo»

Quali poeti ami e quali poetesse e perchè? 

«Amo molto la tradizione italiana (Leopardi, Pascoli, Ungaretti, Saba…) ma anche quella giapponese degli haiku. Amo Coleridge, Maria Luisa Spaziani, le poesie di Carlo Levi e di Stazio.

Non c’è un testo solo cui sono maggiormente affezionata. Se dovessi scegliere su tutti, forse “La Ginestra” di Leopardi»

 

Quale il testo a cui sei più affezionata sia della tua produzione che della produzione di altri?

«Il web ha modificato moltissimo la circolazione di poesie da parte dei poeti emergenti, fino quasi a sostituirsi al canale della stampa. Gli scenari che si prospettano sono ambivalenti: da un lato il web porta a una diffusione notevole, dall’altro viene meno la selezione (in molti casi)»

Spazio alla poesia:  Poesia e web, Poesia e narrativa, coma è cambiato il loro rapporto tra ieri ed oggi? 

«La vita stessa mi porta a scrivere, perché l’ho fatto ininterrottamente da quando avevo tre anni»

Come pensi che sia il rapporto tra la poesia e i millennials?

«Penso che sia un rapporto labile»

Quali progetti editoriali hai nel cassetto, per il prossimo futuro?

«Una pubblicazione di tante poesie inedite, lasciate nel cassetto.26»

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi anche:

MagnArtPoetry #30

MagnArtPoetry #29

MagnArtPoetry #28

MagnArtPoetry #27