AGOSTINA SPAGNUOLO: “La poesia investe ogni aspetto della vita, pertanto può esercitare un importante ruolo educativo nell’ambito sociale”[intervista]

Maggio ha visto protagonista di questa rubrica la poestessa AGOSTINA SPAGNUOLO che con questa intervista racconta il suo pensiero sulla poesia

a cura di Francesca Ferrara @netnewsmaker  © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Quando nasce Agostina, la poetessa?

Sono arrivata alla poesia piuttosto tardi. Non l’ho cercata: è stata essa a raggiungermi, come uno scudo ai disagi interiori. Con la poesia ho inteso tradurre in bellezza le emozioni della vita.

Quali modelli ha presente quando scrive versi?

Amo leggere tutto ciò che mi capita, dalla poesia intimistica alla poesia civile. Gli autori che amo: Pavese, Pasolini, Ungaretti, Montale, Quasimodo, Cardarelli, Saba, Hikmet, Neruda, Garcia Lorca, e soprattutto i poeti del Sud, alla cui poetica mi sento vicina: Sinisgalli, Scotellaro, Gatto, Assunta Finiguerra. Per una sorta di imprinting, amo Paul Verlaine che ho letto e tradotto dal francese in una lontana epoca scolastica, così Goethe, Heine, Novalis, Hölderlin, Rilke, Brecht, studiati in letteratura tedesca negli anni del liceo. Di essi amo l’essenzialità dell’espressione, semplice, chiara, pulita, non astrusa, nella quale il pensiero si traduce in eleganza attraverso un sapiente uso degli strumenti linguistici. Un connubio di etica ed estetica, così io intendo la poesia. Mi incuriosisce anche lo sperimentalismo.

Quale posto occupa la Poetica oggi nel panorama artistico-culturale-editoriale?

La poesia investe ogni aspetto della vita, pertanto può esercitare un importante ruolo educativo nell’ambito sociale. È strumento di introspezione, anzitutto, ma anche di affermazione di valori. Si assiste, negli ultimi anni, a un soverchio proliferare di scrittori in versi, sintomo di un bisogno di dire, di comunicare, di confrontarsi. L’editoria a pagamento è molto diffusa, spesso a scapito della qualità. Scrivere fa comunque bene, è un bisogno dell’io interiore e va rispettato.

Secondo lei, in che modo si potrebbe far emergere un nuovo movimento poetico a livello nazionale come locale, in un’ottica g-local?

Gli strumenti di comunicazione moderni hanno reso il mondo davvero piccolo: con i social si può comunicare con estrema facilità in tutto il mondo, almeno laddove è rispettata la libertà di parola. La poesia può trovare diverse strade per affermarsi: basti pensare ai vari blog e agli e-book che stanno prendendo piede, facilitando la diffusione del pensiero e delle idee a livello globale. Dal locale al globale, perché i bisogni dell’uomo sono universali.

Quali progetti per il futuro? In pentola bolle cosa?

Ho in progetto la pubblicazione di una nuova raccolta di poesie, la seconda in verità, dal momento che per lungo tempo mi sono occupata di narrativa antropologica e di ricerca storiografica.

 

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