Un MOOC di EMMA per capire cosa significa essere digitali

Un MOOC di EMMA per capire cosa significa essere digitali

e dialogare esperti di rilievo internazionale
Online su EMMA dal 19 settembre 2016

 www.europeanmoocs.eu

 

Il MOD è la più recente iniziativa di EMMA, l’European Multiple MOOC Aggregator, www.europeanmoocs.eu, che offre corsi aperti e gratuiti – in modalità multilingue – prodotti da università Europee e istituzioni della cultura per aiutare a preservare e a promuovere la ricchezza culturale, educativa e linguistica dell’Europa.

MOD (https://platform.europeanmoocs.eu/#mod) sta per MOOC of Distinction, è diviso in 12 mini MOOC realizzati da 12 esperti che si sono lanciati in una forma di dibattito online: Digital Dis-Courses, discorsi liberi, ma aperti al reciproco confronto.

A partire dal 19 settembre tutti potranno seguire i mini MOOC, scoprendo il pensiero di Alessandro Bogliolo, Danah Boyd, Inge De Waard, Derrick De Kerckhove, Stephen Downes, Cristina Miranda, David Orban, B. W. Powe, Bruno Sorrentino, Barend van Heusden, Juliet Webster, David Weinberger

I MOOC possono essere seguiti secondo i propri interessi, utilizzando la serendipità e quindi partendo da uno qualsiasi dei contributi, oppure secondo set concettuali per orientarsi nel mutevole panorama tecnologico e sociale.

Ogni set offre diverse prospettive e sfide per riflettere e approfondire:

  • Collocare menti individuali all’interno di un paesaggio (Bogliolo, Sorrentino, de Waard, Webster)
  • Mappare i territori emergenti e dirigere l’individuo all’interno dei nuovi regimi socio-tecnici (Orban, Weinberger, Downes, Miranda)
  • Descrivere paradigmi e ri-descrivere e realtà (Boyd, Kerckhove, Powe, van Heusden).

Tutti possono proporsi per diventare animatori volontari del MOD, un’occasione per conoscere il pensiero degli esperti coinvolti: (basta scrivere a  info@europeanmoocs.eu)

Una panoramica sui singoli contributi:

Alessandro Bogliolo esplora il mondo degli algoritmi.

Danah Boyd parla della vita nella cultura degli algoritmi e la misura in cui i big data e l’intelligenza artificiale possono influenzare la società.

Inge De Waard descrive un esperimento di contenuti e l’apprendimento delle lingue con le scuole secondarie attraverso MOOCs multilingue, e condivide approcci, materiali e riflessioni

Derrick De Kerckhove, considerato l’erede naturale di McLuhan, discute come sta cambiando il rapporto con il potere gli schermi. E con l’applicazione delle sue teorie all’istruzione, ci offre un assaggio di come l’educazione del futuro potrebbe essere.

Stephen Downes parla della nascita di un nuovo tipo di conoscenza nell’era della rete.

Cristina Miranda esplora un modello teorico per analizzare e facilitare il dialogo transdisciplinare e la collaborazione tra l’arte, la scienza, l’ingegneria e scienze umane.

David Orban discute lo sviluppo esponenziale delle tecnologie e come questo si riferisce al decentramento politico.

  1. W. Powe esplora e descrive gli aspetti visionari del teatro mondiale (aka il villaggio globale), gli effetti dell’elettricità, del ruolo dell’immaginazione nella scoperta e la creazione di significato, e il codice identificativo che è al centro della nostra ricerca.

Bruno Sorrentino guarda l’elemento umano nei processi documentali e riflette sulle implicazioni delle nuove tecnologie e dei social media nel giornalismo e film-making.

Barend van Heusden introduce una teoria della cultura e dei media sviluppata nel corso di un progetto nei Paesi Bassi. Alla luce della sua teoria, esamina come l’istruzione possa evolvere in futuro.

Juliet Webster affronta le questioni che circondano il divario di genere nel settore delle TIC.

David Weinberger si chiede perché qualcuno pensa che Internet ci renda stupidi, e guarda alla natura mutevole della conoscenza nell’era di Internet.