Toponomastica Femminile. Intervista a GIULIANA CACCIAPUOTI: “Il nostro paese non è un paese per donne”

 

Toponomastica femminile questa ‘sconosciuta’. «Le persone e le politiche passano le leggi e i regolamenti difficilmente si cambiano»

Ne parliamo con GIULIANA CACCIAPUOTIGCCK  connecting knowledge, referente per la Campania di toponomastica 

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a cura di Francesca Ferrara @netnewsmaker  © RIPRODUZIONE RISERVATA

Donne e politiche di genere? Quanto incide e/o influenza e/o aiuta la toponomastica? Attraverso la toponomastica si prende coscienza di cosa?

locandina.napoli.09«La toponomastica mette in evidenza l’asimmetria tra la presenza nello spazio pubblico delle figure rilevanti nella storia, nella scienza ma direi in tutti i campi che nei secoli, fino ad oggi, hanno cancellato in larghissima parte tutte le donne che hanno avuto rilevanza e che sono cadute nell’oblio. Le strade non le ricordano. Tutte queste assenze cancellano il ruolo pubblico e l’incidenza nella storia e nella coscienza civile di una nazione di una città delle donne. La toponomastica, con le sue statistiche, rileva come le donne meritevoli di memoria e onore con un’intitolazione viaria sono cancellate».

La toponomastica è uno strumento e metodologia di ricerca che apporta quale valore? 

«La scoperta che in Italia appena il 2 o 3% delle strade sono dedicate a donne e di queste donne autentiche realmente esistite sono appena l’1%»

L’11 e il 12 Novembre vi sarà una due giorni per fare il punto esattamente su quali aspetti della toponomastica? Per raccontare quali risultati? 

«In primo luogo la presa d’atto che occorre dare visibilità anche nei nomi delle intitolazioni delle strade alle donne che, per essere ricordate, devono essere nominate e così fare da modello alle giovani generazioni e in particolare alle giovani donne e alle ragazze, e poi per consolidare il movimento toponomastico italiano che è riuscito a incrementare in maniera visibile le intitolazioni femminili. Indubbiamente, per colmare il gap occorre molto tempo. Ne occorrerebbe meno se regolamenti e norme indicassero, tra i compiti specifici delle amministrazioni preposte alla toponomastica cittadina, la necessità del riequilibrio di genere, non solo per motivi ideali ma sulla base di normative precise e regolamentate». 

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Giuliana Cacciapuoti

 A Napoli, a  fronte di un totale di 44 personalità femminili di rilievo  individuate per l’intitolazione  e per le quali è stata decretata  l’intitolazione,  hanno avuto l’abbinamento nome-via, ossia la vera apposizione della targa ben 32 personalità femminili;  mi auguro che, da ora in avanti, il mio contributo possa ispirare un consolidamento delle azioni proposte per la cittadinanza tutta, ricordando che l’intitolazione delle strade, a figure femminili memorabili, è un atto civico necessario nella delineazione della memoria nel tessuto urbano.

Napoli e l’Italia sono spazi territoriali ‘femminili’ o ‘al femminile’?

Il nostro paese non è un paese per donne

«Secondo me, nessuno dei due. Il nostro paese non è un paese per donne. La sfera pubblica e l’ immaginario collettivo sono al maschile,  certamente,  alcune buone pratiche come “Il giardino delle giuste e dei giusti“ realizzato ad Alcatraz in Umbria a Catania  e a Lampedusa o il ‘nuovo Regolamento toponomastico’, in chiave di riequilibrio di genere, costituiscono un cambiamento e un buon modello di riferimento perché riproducibile ovunque» .

Toponomastica femminile e 2017, quali obiettivi da raggiungere? 

«Cambi in chiave di genere nei Regolamenti toponomastici per sempre nuove intitolazioni alle donne di rilievo. Le persone e le politiche passano le leggi e i regolamenti difficilmente si cambiano».

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