Santa Maria della Scala: progetto fotografico di Federico Pacini [intervista]

a cura di Marina Donzella   @MArtEventi      © RIPRODUZIONE RISERVATA

Santa Maria della Scala , una delle più antiche costruzioni senesi, raccontata attraverso il progetto del fotografo Federico Pacini.
Esaurite le proprie funzioni sanitarie, Santa Maria della Scala oggi è uno dei più importanti centri museali e culturali della città, in seguito a un’importante operazione di recupero basata sul progetto dell’architetto Guido Canali.
Un’indagine lucida, non malinconica ma piena di coraggio e impegno civile che portano il fotografo ad indagare negli spazi ancora non convertiti e recuperati dell’ex ospedale medievale.

Come nasce la passione per la fotografia e quando ha capito che sarebbe diventato il suo lavoro?

La passione per fotografare forse l’ho sempre avuta, ho capito che sarebbe diventato il mio lavoro verso i 24 anni.

John Hedgecoe affermava: “la fotografia è probabilmente fra tutte le forme d’arte la più accessibile e la più gratificante. Può registrare volti o avvenimenti oppure narrare una storia. Può sorprendere, divertire ed educare. Può cogliere e comunicare emozioni e documentare qualsiasi dettaglio con rapidità e precisione”. Qual è il messaggio che vuole comunicare con le sue fotografie?

Spero siano gli altri a dirmelo, comunque sensibilizzare, aiutare le persone ad avere una propria idea sarebbe tanto.

Il suo ultimo progetto fotografico, Santa Maria alla Scala , racconta della sua città , Siena. Lontana dagli stereotipi di città d’arte pone, nei suoi scatti, l’attenzione su aspetti che si tende ad escludere, non vedere. Un modo per educare l’occhio dello spettatore ad uscire da canoni prestabiliti?

Sicuramente.

Il passaggio alla tecnologia digitale ha cambiato notevolmente l’approccio alla fotografia, quali sono gli strumenti di ripresa che ha utilizzato per produrre gli scatti della sua raccolta? Nella resa finale, cambia per un fotografo l’utilizzo di una macchina analogica rispetto alla digitale?

Gli scatti realizzati per “Santa Maria della Scala”, Quinlan Editrice con la curatela di Roberto Maggiori sono in digitale, comunque non disdegno l’uso del banco ottico.

Ha ricevuto importanti riconoscimenti e realizzato varie pubblicazioni ed esposizioni, quali sono i consigli che darebbe a un giovane che vuole intraprendere la sua stessa carriera?

Avere coraggio e impegno civile.

Progetti futuri?

Non amo parlare dei progetti a lungo termine, spesso le cose cambiano anche in maniera repentina.
A breve una mostra che inaugurerà a Narni (Terni) venerdì prossimo Stanza- Ci sono cieli dappertutto, una interessante idea di Beppe Sebaste.

Scheda libro: www.federicopacini.it/books.php

Biografia: Federico Pacini (Siena, 1977) ha ricevuto importanti riconoscimenti come la menzione di merito al Premio Hemingway 2014 per il libro Purtroppo ti amo (Quinlan 2013), e il Second place with Honorable Mension IPA 2009 International Photography Awards Lucie Awards (New York, Lincoln Centre) per il libro 00001735.tif. Lo stesso titolo ha ricevuto inoltre il Second place PX3 competiton – Prix de la Photographie Paris, nel 2010. Sue fotografie sono presenti in collezioni pubbliche e private come quelle del Museo Nazionale del Cinema di Torino; Museo di Fotografia Nazionale Alinari, Firenze; Musée de la Photographie, Charleroi; Centro di ricerca e archivio fotografico, CRAF, Lestans; Collezione Banca Monte dei Paschi di Siena.

 

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