VERA D’ATRI: “Mercato e poesia si prefiggono scopi diversi. Il mercato si prefigge il guadagno, la poesia la ricchezza” [intervista]

Aprile è stato il mese dedicato ai versi della poetessa VERA D’ATRI. Nell’intervista, un approfondimento sulle tematiche della poesia

a cura di Francesca Ferrara @netnewsmaker  © RIPRODUZIONE RISERVATA
La necessità della poesia per Vera D’Atri. Quando nasce?
“Ho iniziato molto tardi a scrivere dato che a lungo sono stata inconsapevole di me. Poi, con apparente improvviso, immagini e parole, tutto quel silenzio condizionato dal vivere quotidiano, tutte quelle esperienze attraversate nel tempo hanno trovato il loro momento. Credo che più che una folgorazione sia stato alfine il fatto di aver ritrovato me stessa dopo tanto smarrimento. Così, in questa luce, credo che, dopotutto, praticando la poesia io compia sostanzialmente una specie di manovra di avvicinamento nei miei riguardi”
Le suggestioni o modelli che ispirano la poetica di Vera D’Atri
“I modelli sono tanti. Eliot, Lowell, Rosselli, Lorca, D’Arrigo, Strand sono tanti e del tutto differenti uno dall’altro e a questi posso aggiungere tutti quei poeti in grado di procurarmi meraviglia e che fortunatamente non sono pochi e capaci, con le loro voci particolari, di stimolare la mia fantasia (esattamente come fanno i bravi maestri). Da tutti costoro proviene calore sufficiente, proviene complicità, sentimento, forza. Aggiungo che alcune poetesse Irlandesi (Boland e McGuckian fra tutte) sono state, anche se in traduzione, rivelatrici per me di profondità e di estrema vicinanza”
I luoghi e i tempi della poesia e i luoghi e tempi della poesia di Vera D’Atri, quali sono?
“Quasi sempre i luoghi e i tempi della poesia sono pretesti per configurare un umore, uno stato d’animo. Nulla è disposto a caso nel verso. Il sole, il mare o la strada solitaria o meno, ogni luogo viene scelto per innestarvi i propri sentimenti. E ancor più si può dire che una qualunque presenza, mettiamo ad esempio i fiori, il sangue, il vento siano tutti elementi con i quali scambiarsi di posto. La poesia diventa così l’illusione di una moltitudine, l’illusione di uno spazio e di una calma temporale in cui precipitare oltre la realtà. Tempo e luoghi che per me si assommano al reale dilatando così la percezione degli gli istanti e figurando mondi interiori, facendoli vivere lì dove trascorre lo spirito il suo tempo”
Poesia di ieri, poesia di oggi? Quali differenze?
“Se i sentimenti sono sempre gli stessi è lo stile a mettere in evidenza che qualcosa è cambiato. L’amore è l’amore di sempre ma gli argomenti di superficie e il modo di inserirli nel contesto provocano quello che chiamiamo classicismo o modernità. Eppure non è solo questione di denominazioni o di aggettivi, amore o una qualsiasi altra emozione vengono proposti in ogni tempo dalla poesia come cose singolari, proprie, uniche, nuove. E dunque il compito della poesia non è cambiato. Le differenze, così vistose, tra il passato e il presente, l’uso del verso libero, del verso prosastico, della disperata denuncia della solitudine oggi sostituiscono quasi ovunque le forme metriche, la fascinazione della rima e la dimensione del bello e della divinità, ma la sostanza, la pienezza di un buon verso restano pietre di un unico edificio”
Poesia considerata ‘arte minore’ anche per il mercato editoriale. Non è un peccato?

“Mercato e poesia si prefiggono scopi diversi. Il mercato si prefigge il guadagno, la poesia la ricchezza. Il guadagno necessita di velocità, la poesia di riflessione. Di per sé già questi elementi contrastano. Non dobbiamo quindi meravigliarci per la bassa percentuale di vendite che riguarda la poesia, questa situazione è in linea con quanto attiene alle due voci messe a confronto. E senza disprezzare il mercato, vorrei dire che, seppure nella spettacolare brevità che spesso è in grado di caratterizzare un testo poetico, la ricchezza che elargisce ha ben ragione di essere considerata  superiore a qualsiasi introito materiale”

Quali versi devono vedere ancora la luce nel prossimo futuro? 
Attualmente sto preparando una nuova raccolta che in parte prosegue il tema dell’ultima mia pubblicazione (Il fortino – edito da Terra d’ulivi) ossia il tema di un perimetro minacciato, della separatezza che ne deriva, della descrizione di un mondo là fuori, dell’ascolto di ogni tensione e di ogni minuzia. Temi che costituiscono l’ossatura di un discorso che in parte è indirizzato a voler correggere tanta ostinazione, cercando una via d’uscita al proprio limite e in parte a sottolineare la propria condizione come qualcosa di irrinunciabile”
Internet e Poesia, quale connessione, giudizio e punto di vista di Vera D’Atri
La proliferazione dei blog, delle communities e delle pubblicazioni via web è fenomeno recente e ancora in via di un’esatta configurazione. La facilità con cui si possono rendere consultabili le proprie pubblicazioni è cosa che sembra aver risolto l’assillo di molti nella ricerca di un pubblico. Ma è proprio la quantità a frastornare l’eventuale pubblico. E sembra ormai che l’enormità della produzione vada tutta a detrimento di una approfondita valutazione. Ma l’oggi è decisivo per il domani e in qualche modo scrivere “nell’aria” potrebbe produrre l’ennesimo cambiamento nel percorso della scrittura pur non cessando di indagare identiche necessità e identici struggimenti del passato”
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