Torna all’antico splendore la Fontana degli innamorati a Villa Lucia

Un anno di lavori di restauro a cura degli studenti dell’Università Suor Orsola Benincasa

E domani la presentazione dei lavori di restauro a Palazzo Reale che hanno riportato alla luce i dipinti murali dell’Alcova di Maria Amalia di Sassonia

Intanto è già online il bando di iscrizione alle selezioni per il Corso di Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei beni culturali

Il dipinto ritrovato nell'Alcova di Maria Amalia di SassoniaNAPOLI – Dopo un anno di accurato lavoro di restauro è tornata al suo antico splendore la Fontana degli innamorati di Villa Lucia, l’antica villa neoclassica in stile pompeiano che faceva parte della celebre Villa Floridiana di Napoli. La fontana esattamente duecento anni fa aveva scolpito il legame amicale tra Eros ed Imeneo. Quest’ultimo era il dio greco del matrimonio, figlio di Apollo e di una musa, per molti storici Calliope. Amico e compagno di Eros, dio dell’amore. Secondo la leggenda, era un giovane ateniese bellissimo, che aveva salvato dai pirati nobili ragazze di Atene, restituendole alle famiglie, dalle quali aveva ricevuto l’autorizzazione a prendere in sposa una giovane di basso ceto, della quale era follemente innamorato.

Imeneo ed Ermes sono stati rappresentati nella fontana, che poi a Napoli è stata ribattezzata la “Fontana degli innamorati”, per il riferimento all’auspicio dell’unione coniugale, dall’architetto di corte Antonio Niccolini, come augurio di felicità futura per le nozze del futuro re delle Due Sicilie Ferdinando I di Borbone e Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia e principessa di Partanna.

Le due corone intrecciate al centro della fontana rappresentano il sovrano e la sua amata, il primo raffigurato come Bacco, Lucia come Flora. A lei è dedicata la Villa Floridiana, oggi divisa in due parti: una pubblica e l’altra privata (Villa Lucia). Ferdinando la donò alla sposa, e commissionò questa bellissima fontana come pegno d’amore.

Era il 1816 e duecento anni dopo, questa storia romantica si illumina di una nuova luce, grazie al prestigioso lavoro di restauro eseguito dal Laboratorio di Restauro di Materiali lapidei dell’Università Suor Orsola Benincasa, sede di uno dei primi Corsi di laurea magistrale italiani direttamente abilitanti alla professione di restauratore, che proprio in questi giorni ha pubblicato il bando per il nuovo anno accademico (scadenza iscrizioni 7 Ottobre).

prima del restauroI lavori di restauro (revisione delle parti decoese, pulitura, eliminazione di piccole zone con croste nere, trattamento biocida, sostituzione delle lastre marmoree, stuccature e micro stuccature) sono iniziati grazie alle sollecitazioni della senatrice Diana De Feo, tra i proprietari di Villa Lucia, eall’impegno propulsivo di Annadele Aprile, direttore del Laboratorio di Restauro dei dipinti del Suor Orsola, e sono stati diretti da Monica Martelli Castaldi, docente di Restauro delle superfici architettoniche e dei materiali lapidei all’Università Suor Orsola Benincasa, che, con il tutoraggio didattico diChiara Scippa ed il supporto tecnico dei docenti Paola Cennamo, Giancarlo Fatigati e Giorgio Troisi, ha coordinato, sotto l’alta sorveglianza del funzionario incaricato per la Soprintendenza BAPSAE di Napoli, Luisa Ambrosio, una squadra nella quale si sono alternati ben 17 studenti del Corso di Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei beni culturali.

I risultati dei lavori di restauro sono stati presentati al pubblico nel Padiglione Pompeiano di Villa Lucia alla presenza del Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, Lucio d’Alessandro, della senatrice Diana De Feo, del direttore del Museo Duca di Martina della Villa Floridiana, Luisa Ambrosioe dell’intera equipe di docenti e studenti autori del restauro. “Dobbiamo tributare un grande ringraziamento agli studenti e ai docenti dell’Università Suor Orsola Benincasa – ha sottolineato Diana De Feo – perché hanno restituito alla città di Napoli un gioiello artistico di grande valore emozionale dimostrando quanto sia importante che le basi scientifiche e culturali degli studi si sposino con la vocazione alla fattività professionale come accade proficuamente proprio al Suor Orsola”. Un lavoro realizzato, come ha sottolineato il Rettore d’Alessandro, “anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie che al Suor Orsola rappresentano ormai da anni un indispensabile strumento d’azione per le conoscenze umanistiche”.

La scoperta dei dipinti murali dell’Alcova di Maria Amalia di Sassonia

E nell’anno delle celebrazioni di Carlo di Borbone, sempre grazie ai restauratori del Suor Orsola, un nuovo importante tassello si aggiunge alla storia dell’arte del Settecento napoletano dal Palazzo Reale di Napoli. Dopo il ritrovamento, nel 1990, dei passetti ai lati dell’alcova della Regina, dipinti da Domenico Antonio Vaccaro, a seguito dei primi esami di pulitura nell’ambiente intermedio, appunto l’alcova, si appurò che l’affresco della volta era stato ricoperto da uno scialbo di intonaco e da una partitura di finti stucchi ornamentali di cartapesta dorata.

Nel corso di  un cantiere didattico avviato nel 2013 dal Corso di Laurea magistrale in Restauro dei beni culturali dell’Università Suor Orsola Benincasa – settore dipinti murali, prof.  Simone Colalucci -, e attraverso un restauro diretto per il Palazzo Reale dalla dott.ssa Annalisa Porzio, è venuta alla luce la decorazione originale del soffitto dell’alcova di Maria Amalia di Sassonia.

Si tratta di dipinti murali del 1738 realizzato da Nicola Maria Rossi, allievo del Solimena, raffigurante “Minerva che con varie immagini di sogni presagisce a S.M. felicissima prole, vedendosi da lontano sorgere l’Aurora, per argomento di fausto evento, come lo sono i mattutini sogni, veggendosi in un canto Arpocrate dio del Silenzio con altre belle immagini allusive al soggetto”. (De Dominici, 1742)

La collaborazione tra l’Università Suor Orsola Benincasa, la Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio e il Polo Museale della Campania restituiscono oggi alla conoscenza e alla città un inedito e rarissimo interno che si credeva perduto (programma della presentazione dei lavori di restauro suwww.unisob.na.it/eventi).

Info e Bando

Corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali

www.unisob.na.it/universita/bandi/restauro.htm

Il gruppo degli studenti restauratori con il rettore d'Alessandro la senatrice De Feo e i docenti del Corso di restauroL’equipe di studenti al lavoro per il restauro della Fontana dell’Imeneo

Agnese Amantia, Chiara Ausanio, Alessandro Vitiello, Claudia Passaro, Alessia Carotenuto , Marina Quagliozzi, Giosue Irace, Rossana Mancuso, Libara Valenzi, Vincenzo Lanno, Simone Greco, Tommaso Caputo, Martina Garofalo, Claudia Todisco, Sara Scamardella, Ilaria Vinciguerra, Mary Russo.