Antonio Pavolini racconta la TUMBLR NIGHT per il (R)EvolutionCamp

C’era una volta il microblogging ed esiste ancora. Di che cosa si tratta e di come lo si vive se ne è parlato a Roma il 5 gennaio e si ritornerà a parlarne il prossimo 15 Ottobre a Milano in occasione della TumblrNight.

NAPOLI-ROMA-MILANO – L’Intervista per il (R)EvolutionCamp

a cura di Francesca Ferrara @netnewsmaker

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Berlino – Antonio Pavolini – #lomolover #lomophotography

Antonio Pavolini, è uno dei primi podcaster e blogger italiani ed è impegnato da diversi anni nell’esplorazione dei nuovi trend e modelli di business della transizione digitale. Autore e conduttore di trasmissioni radiofoniche su questi temi, collabora con università ed enti di ricerca internazionali come il Fraunhofer Institute for Open Communication Systems (FOKUS). È, inoltre, tra gli autori di Connecting television, la televisione al tempo di Internet (Guerini e Associati, 2012) e ha appena finito di scrivere “Oltre il rumore. Perché non dobbiamo farci raccontare Internet dai Giornali e dalla TV” (Ed. Informant, negli ebook store dal 6 ottobre).

In questa intervista ci racconta cosa è stato il TumblrDay (http://2016day.tumblr.com/) e cosa sarà la TumblrNight.

TUMBLR questo sconosciuto ai molti, e soprattutto alle generazioni dei Millennials (in parte), Y e Z. Chi lo usava? Chi lo usa e chi lo userà?

«Beh, per la verità, pare che sia conosciuto soprattutto alla fascia sotto i 35 anni, mentre Facebook è usato di più in fasce di età più avanzate. La quota di Millennials che usava Tumblr peraltro si sta riducendo sotto il 20%, a causa del successo crescente di piattaforme nuove come Snapchat. Credo che in futuro, sempre che Tumblr riesca a sopravvivere dopo l’acquisizione di Verizon (Tumblr fa parte di Yahoo, che è stata comprata da Verizon qualche mese fa) avremo su Tumblr uno strano mix di young adults e vintage people».

TUMBLR NIGHT perché? 

«La “Tumblr Night” vuole ripartire da dove ci fermammo al “Tumblr Day” romano. Non parlare di tecnologia, abbandonare gli scenari dei media e soprattutto non parlare da “guru”, ma parlare di noi stessi, di come trasmettiamo la nostra personalità attraverso contenuti che molto spesso non sono nemmeno nostri, ma solo “re-bloggati” da altri Tumblr».

Perché usare TUMBLR rispetto ad un blog normale? Quali differenze? Quale valore aggiunto? Oppure quale tipologia di contenitore diverso?

 «Un blog tradizionale, per cominciare, è un sito a sé stante. É vero che se è su WordPress può essere considerato parte di una piattaforma di community, ma di norma ogni blog tradizionale è considerato una community a sé stante (i lettori del blog). Sono pochi i blogger che possono ancora gestire una “casa digitale” di proprietà come questa. Quasi tutti si sono spostati in mondi molto più integrati e interconnessi. Un buon compromesso, per il blogger tradizionale, è Medium, che prende il meglio dei contenuti strutturati, i long form, con la possibilità di approfondire, e al contempo è una buona piattaforma sociale, a sua volta ben integrata con Twitter.

Ma Tumblr è davvero un’altra cosa. Anche se molti sostengono di avere un “tumblr blog” in realtà ormai somiglia molto più a Pinterest, cioè un luogo dove soprattutto ripubblichiamo foto, testi, racconti, video di altre persone. Per certi versi su Tumblr, in questo modo, ci mettiamo molto meno in gioco, non diciamo nulla di chi siamo veramente, ma esportiamo solo una parte apparentemente superficiale della nostra personalità. Ma è anche vero che questo permette di rivelare cose che vivono molto più sottotraccia dentro ognuno di noi, perché per esempio ribloggare una foto permette di trasmettere spesso uno stato d’animo o una emozione allo stato puro».

TUMBLRista è colui che? (fa, dice, cazzeggia, blogga come se non ci fosse un domani…)

«Credo di avere appena risposto. Ci sono utenti di Tumblr che lo usano come un vecchio blog. Ma ormai quasi tutti sono “collezionisti di cose preferite”. Foto, testi, citazioni che non abbiamo creato noi, ma che diventano nostre, perché ci descrivono in un dato momento storico. E soprattutto, senza il clima di “rappresentanza” e di “controllo sociale” che subiamo su Facebook, dove quello che pubblichiamo è sempre filtrato dal nostro ruolo riconosciuto nella società. Anche perché su Facebook i friends-chiave, quelli con cui interagisci, sono persone che appartengono alla tua rete sociale nella vita quotidiana. A casa, a scuola, sul lavoro, eccetera».

Come funziona l’organizzazione e la partecipazione al TUMBLR NIGHT o TUMBLR DAY?

«Come un barcamp tradizionale, con la differenza che il tema è molto personale. Quando arrivi c’è una lavagna a fogli mobili dove ciascuno prenota uno slot di 10 minuti + 10 per le domande. Con l’aiuto di un videoproiettore, ciascuno presenta il suo tumblr e descrive in che modo quel tumblr parla di sé. Poi chiaramente non è una regola fissa, accettiamo talk su qualsiasi cosa che abbia a che fare col proprio rapporto con tumblr e la tumblr community. Però, senza mai diventare “esperti” o “guru”. È solo una scusa per parlare di noi, con una chiave diversa dal solito».

… e Antonio come usa Tumblr?

«Lo uso per ribloggare le mie “favorite things”, come direbbe John Coltrane (antoniocontent.tumblr.com oppure per pubblicare le mie lomo (lomodeliri.tumblr.com) oppure per lanciare meme (fridgesadness.tumblr.com

 

Per iscrizione e informazioni sulla TUMBLR NIGHT che precede il (R)EvolutionCamp si può consultare il sito https://milanocamp.it/

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